Il burnout è un insieme di sintomi che deriva da una condizione di stress (cronico o persistente) associato al contesto lavorativo.
Dipende dalla risposta individuale ad una situazione professionale percepita come logorante dal punto di vista psicofisico.
Burnout è un termine di origine inglese significa letteralmente "bruciato", "esaurito", "scoppiato".
Al counselor ad indirizzo psicobiologico spesso si rivolge la persona che è convinta di non disporre di risorse e/o strategie comportamentali o cognitive adeguate a fronteggiare la propria sensazione di esaurimento fisico ed emotivo.
In sostanza il lavoratore che ne è soggetto arriva ad un punto in cui ritiene di "non farcela più", sentendosi insoddisfatto, prostrato, annullato dalla routine quotidiana.
Il burnout, nel tempo, può portare la persona ad essere distaccata mentalmente dal proprio impiego, indifferente, cinico e malevolo verso i destinatari dell'attività lavorativa.
Anche per questo il disturbo non è da sottovalutare perché i sintomi non sono poco importanti in quanto la demoralizzazione e il senso di negatività per il vissuto lavorativo possono comportare una depressione se non in più ampi disturbi da affrontare.
Le strategie per superare la situazione di burnout sono diverse: oltre alla psicologia cognitivo comportamentale, possiamo ravvisarle nella comunicazione efficace ed empatica ad apertura verso il Counselor ad indirizzo psicobiologico volta al cambiamento, nel corso specifico verso la modifica delle abitudini lavorative con l'adozione di misure utili a contrastare lo stress della quotidianità.
Fondamentale è l'apertura del soggetto in stato di burnout al professionista a cui viene riferito e descritto lo stato di affaticamento, di delusione, di logoramento, di improduttività che sfocia come detto nella prostrazione, nel disinteresse per la propria attività quotidiana.
Il burnout si riferisce soltanto al contesto lavorativo e non altri ambiti della propria vita, così come non si verifica nei casi di stress lavorativo solo temporaneo, prevedibile, limitato nel tempo (regressione dell'impegno psicofisico con brevi pause di recupero).
Nel burnout lavorativo si assiste alla percezione di uno squilibrio tra richieste - esigenze professionali e risorse disponibili: i ritmi intensi, le richieste pressanti e la responsabilità lavorativa in combinazione con la tendenza del lavoratore ad identificarsi con la propria professione determinando un grande dispendio ed investimento energetico e di risorse: nel tempo tutto ciò può facilitare la comparsa di questa forma di esaurimento che può presentarsi in età avanzata ma anche in età giovanile quando le aspettative sono deluse e stroncate dalla rigidità delle organizzazioni lavorative.
Da indagini svolte è emerso: che le persone senza un compagno possano essere più vulnerabili e agevolanti la forma di esaurimento psico-fisico in esame; che le donne sarebbero più esposte degli uomini al pericolo de quo; che alcune caratteristiche di personalità possono altrettanto agevolare l'esaurimento: tendenza a porsi obiettivi irrealistici, personalità autoritarie ed introverse, senso di indisponibilità del sé ,abnegazione al lavoro (sostituzione della vita sociale), tendenza a motivazioni ed aspettative professionali elevate.
Un ambiente di lavoro non favorevole può portare a burnout a causa dell'impatto negativo sul benessere della persona. Per esempio: un carico eccessivo di lavoro se superiore alla capacità dell'individuo di farvi fronte; la mancanza di controllo sulle risorse necessarie per svolgere il proprio lavoro; l'incongruenza tra i valori dell'individuo e dell'organizzazione scatenante pressione tra ciò che si vuole fare e ciò che si deve fare; attività inadeguate rispetto alle competenze del lavoratore, o aumento di responsabilità senza compensazione adeguata.
Determinati burnout possono verificarsi anche nelle seguenti situazioni: mancato riconoscimento di un risultato (risultato sociale, non solo economico), assenza di equità, presenza di rischi alti, mobbing o molestie psicologiche.
Il burnout può associarsi a qualsiasi contesto lavorativo in cui esistono forti condizioni pressioni/stressanti o implicazioni relazionali accentuate (avvocati, politici, esercenti attività commerciali a diretto contatto col pubblico) e non solo nelle cd. "helping professions"(professioni sanitarie e assistenziali che prevedono contatto con le persone, deputate alla gestione delle emergenze: infermieri, medici, insegnanti, operatori per l'infanzia, assistenti sociali, poliziotti, vigili del fuoco).
Anche nei casi indicati nel presente editoriale la professionalità multidisciplinare è essenziale per arginare e porre rimedio al problema: il Counselor ad indirizzo psicobiologico può senz'altro supportare il primo impatto e sostenere, accompagnare, accogliere la persona affetta dal problema per consentirne la di lui apertura verso una subitanea comunicazione di sollievo che alleggerisca il peso portato dentro di sé e consenta di organizzare i percorsi più adatti al di lui cambiamento.
Dr.ssa Avv. Enrichetta Proverbio
Counselor ad indirizzo psicobiologico
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